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Abbiamo vissuto in questi ultimi dieci anni, a partire dal 150° anniversario dell'Unità d'Italia, diversi eventi per ricordare il 1860-1861, però l'aspetto più significativo di queste manifestazioni è sempre stato il carattere celebrativo, dimenticando che gli avvenimenti che si susseguirono all'epoca, non furono per nulla pacifici. Andrebbe ricordato, invece, che l'unità d'Italia non fu un qualcosa realizzato con il consenso di tutti ma fu una vera e propria annessione, che conobbe diverse e violente resistenze mentre in genere la storiografia postunitaria ha negato questo asserto, riducendo le insurrezioni legittimiste a semplici atti di brigantaggio e criminalità comune. Non è nostra intenzione celebrare le virtù del Regno delle Due Sicilie, che pure tanti problemi aveva, e nemmeno addebitare, come oggi spesso accade, tutte le difficoltà dell'odierno Mezzogiorno d'Italia alla conquista Savoiarda. Il compito degli storici è però quello di comprendere ciò che accadde in tutte le sue sfumature e in questa direzione il III Colloquio di Studi Storici ha voluto, anzitutto, cercare di gettare una luce sugli avvenimenti che coinvolsero la Calabria in quegli anni così convulsi.